Pollino National Park
Benvenuti nel Parco Nazionale del Pollino - Paesaggio dell'anima!
Vicina ad attività di grande interesse come poligono di tiro, trekking, escursioni nel Parco Nazionale del Pollino e rafting lungo il fiume Lao, riesce ad attrarre ogni anno numerosi turisti amanti della natura e appassionati degli sport fluviali.
Un palcoscenico unico dove le bellezze della natura incantano lo spettatore tra paesaggi mozzafiato e vette maestose. Qui dominano i santi patriarchi, tenaci e silenziosi testimoni di mille anni di storia.
Il Parco Nazionale del Pollino, con la sua estensione di 192.565 ettari, è la più grande area protetta di nuova creazione in Italia. Distribuito tra Calabria e Basilicata, il territorio del Parco - che comprende 56 comuni - è caratterizzato da diversi massicci montuosi che fanno parte della catena appenninica meridionale: il Massiccio dei Pollini, i Monti dell'Orsomarso e le Alpi montane. Qui, tra vette altissime, natura e uomo intrecciano rapporti millenari che il parco, fondato nel 1993, preserva e tutela sotto il suo emblema: il Pino Loricato.
InNel 2015 il parco è entrato a far parte della rete europea e mondiale dei geoparchi sotto l'egida dell'UNESCO, che ha compreso nel 2017 e nel 2021 rispettivamente la faggeta Vetusta, Cozzo Ferriero e la faggeta Vetusta, Pollinello, sul sito transnazionale del "Vecchio Foreste primordiali di faggio dei Carpazi e di altre regioni d'Europa", dichiarate Patrimonio dell'Umanità.
Dal kasteel van Isabella Morra tot Valsinni, valla Madonna del Pollino e dalla Serra di Crispo ai Monti di Orsomarso alla Valle dei Cedri, gli antichi sentieri conducono ad un mondo di valori naturali e culturali che soddisfano con benessere i desideri e lo spirito dell'uomo e gli donano un farti sentire meglio. Si cammina all'ombra delle faggete del Bosco Magnano; salita alla timpa di San Lorenzo, al cozzo del Pellegrino, alla serra di Ciavole e alla Montea; scivolerete sulle acque del torrente Peschiera, sulle gole del Raganello e del Lao e sul fiume Abatemarco; è riparato nella valle dell'Argentino.
Sui campi del Pollino e di Novacco, tra i prati a grandi altezze, il corpo riprende fiato, si libera dalle preoccupazioni, guarda l'orizzonte e ritempra la mente.
L'infinito, il silenzio, i colori, il cielo terso, lo splendore luminoso delle stelle, nella notte, nel buio, senza altre luci, tutto avvolge e dà piacere.
Il grande parco è magico; è magia attraverso le rocce dolomitiche, i basalti, i dirupi, le grotte, i circhi glaciali, gli accumuli morenici, il pino loricato, simbolo del parco, l'associazione pino-faggio, l'aquila reale, il lupo, il capriolo e la lontra. La vastità del territorio riserva mille sorprese; Mille immagini e visioni diverse confluiscono nell'animo stupito, ritmate dai suoni e dai ritmi degli ambienti naturali.
È un bellissimo incontro tra la natura e l'uomo, un ripetersi di colture dopo colture, culture dopo culture, un susseguirsi di stagioni e innesti, di migrazioni e rese, di ibridazioni e contaminazioni per aumentare e arricchire la biodiversità che i paesi, i luoghi, i frutti , semi, grani, insediamenti si sono aperti e stanno diventando, diversi, ma tutti ancorati alla naturalità e all'identità e alle radici del Parco. È storia con reperti paleontologici, graffiti, resti del passato; con resti di cultura materiale, etnie, isole linguistiche appartenenti a minoranze di origine italo-albanese; con i fumi dei camini delle vecchie case di campagna e dei piccoli borghi; con piante, orchidee e peonie selvatiche e fiori di campo; con i luoghi abitati dall'uomo; Con le greggi al pascolo e la vita rurale, altrove sempre più oppressa e quasi scomparsa, messa da parte dalla modernità.
Aria, acqua, terra, luce, odori, sapori, suoni formano una natura libera e pura, dove la paura si spegne.
Il paesaggio non è praticamente cambiato da secoli; i campi coltivati misurano ancora la fatica degli abitanti, contadini, pastori e artigiani; Gli spazi della vita quotidiana sono ancora plasmati da antiche usanze.
La campagna si veste dei nuovi colori delle diverse stagioni; la pace dal rumore; ristoro nel fresco soffio del vento che avvolge monti e valli; Dissetatevi alle sorgenti d'acqua limpida con il sapore delle rocce da cui sgorgano e della natura che le ha generate.
Il paesaggio agricolo è caratterizzato dall'architettura spontanea delle antiche case coloniche nate per ripararsi dai freddi inverni e dalle brulle estati, per accogliere i bambini e i figli dei loro figli in un paziente susseguirsi di generazioni che aspettano con trepidazione di godere di ogni stagione dei frutti e le suggestioni dei singoli climi. Emerge con le sculture naturali delle querce che sfidano il cielo, con il pero, il mandorlo, l'olivo e, ora, tanti rovi, siepi, tante ginestre. Si distingue nel segno della pietra: la pietra delle case, dei muretti a secco delle strade di campagna, dei confini degli appezzamenti.
In questo mondo viviamo i ricordi delle famiglie con le loro foto di gruppo, in bianco e nero, con le cerimonie dei loro matrimoni, con i luoghi dell'infanzia riscoperti, con i momenti solenni dei cortei, con le danze popolari e i ritmi delle cornamuse , con i costumi di un tempo; Con notti insonni al bivacco in attesa dei riti religiosi dell'indomani nei cimiteri delle chiese di montagna o nei boschi per le celebrazioni annuali dei culti degli alberi.
Qui tutti possono sentirsi un po' 'figli di questa natura', protetti dal suo enorme e prezioso campione di endemismi e di biodiversità, tra naturalità, ruralità e tipicità, tra originalità e autenticità.
È il territorio delle testimonianze dell'antica Lucania che si collegava con la strada dell'istmo alla costa tirrenica, da Cirella, ai resti archeologici di Sibari sul Mar Ionio; un'area dove la linea ferroviaria da Castrovillari a Laino e Castelluccio attraversava la "littorina" fino a qualche decennio fa annunciando l'arrivo nei quartieri del Pollino della civiltà delle macchine.
Oggi le vecchie stazioni, i ponti e le gallerie in pietra e la linea ferroviaria calabro-lucana, completamente dismessa dopo il suo abbandono e smantellamento, mostrano il fascino costruito nei decenni, anche di una rivisitazione tecnologica unica e avventurosa del passato. Qui, il Parco Nazionale del Pollino preserva la natura e le persone, le ecologie e le culture tradizionali locali.
Qui il legame tra territorio e attività umane resta profondo e indissolubile e il Parco lo preserva e protegge.